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TED Talks - Antonio Damasio: Comprendere la Coscienza

11.01.12

  da Alex   , 3060 parole  
Categorie: Video, Ricerca, Salute e Medicina

TED Talks - Antonio Damasio: Comprendere la Coscienza

TED Talks - Antonio Damasio: Comprendere la Coscienza

In questa interessante video-presentazione tenuta al recente TED, il neurologo e saggista portoghese Antonio Damasio utilizza una semplice domanda per offrirci una visione di come il nostro cervello crea la coscienza di sé :

Ogni mattina, tutti noi ci svegliamo e riprendiamo coscienza: si tratta di un fenomeno meraviglioso ma, cosa riprendiamo esattamente ?

TED Talks - Antonio Damasio: Comprendere la Coscienza
( con sottotitoli in Italiano )

Trascrizione integrale del testo :
Sono qui per parlarvi della meraviglia e del mistero della mente cosciente. La meraviglia è legata al fatto che questa mattina ci siamo svegliati, e, insieme al nostro risveglio, c'è stato l'incredibile ritorno della nostra coscienza. La nostra mente aveva un senso completo di sé e un senso completo della nostra esistenza, eppure noi ci soffermiamo a mala pena su questa meraviglia. Dovremmo, invece, farlo, perché se fossimo privati della possibilità di una mente cosciente, non avremmo nessuna consapevolezza della nostra umanità, e non avremmo nessuna consapevolezza del mondo. Non proveremmo dolore, ma nemmeno gioia. Non avremmo accesso all'amore né alla capacità di creare. Certo, sono famose le parole di Scott Fitzgerald: "Colui che ha inventato la coscienza avrebbe molto di cui essere rimproverato". Ma egli ha dimenticato che senza la coscienza non avremmo accesso alla vera felicità e nemmeno la possibilità di una trascendenza.

eraviglia, passiamo al mistero. Questo è un mistero che è stato estremamente difficile chiarire. Fin dagli albori della filosofia e certamente attraverso la storia della neuroscienza, è stato un mistero che ha sempre resisito ai chiarimenti, e ha creato enormi controversie. Sono in molti a ritenere che non dovrebbe nemmeno essere toccato; dovremmo lasciarlo irrisolto poiché tale deve rimanere. Io non sono d'accordo e credo che le cose stiano cambiando. Sarebbe ridicolo affermare che noi sappiamo come si forma la coscienza all'interno del cervello, ma possiamo certamente studiare la questione e cominciare a intravvedere una soluzione.

Un'altra meraviglia da celebrare è il fatto che abbiamo tecnologie per immagini che ci permettono di entrare nel cervello umano e riuscire a fare, per esempio, ciò che state vedendo adesso. Queste immagini provengono dal laboratorio di Hanna Damasio e vi mostrano, in un cervello vivente, la ricostruzione di quel cervello. E questo individuo è vivo, non è un corpo che stiamo studiando in autopsia. Ancora più incredibile - ed è una cosa davvero sorprendente - è il prossimo passaggio che vi mostrerò, in cui andremo sotto la superficie del cervello per osservare il cervello vivente, le connessioni e i percorsi effettivi. Tutte queste linee colorate corrispondono a fasci di assoni, le fibre che collegano i corpi delle cellule alle sinapsi. Mi spiace deludervi, non sono a colori, ma comunque, eccoli qui. I colori codificano le direzioni, dal retro verso il fronte o viceversa.

Ad ogni modo, cos'è la coscienza? Cos'è una mente cosciente? Potremmo semplicemente rispondere che la coscienza è ciò che perdiamo quando cadiamo in un sonno profondo, privo di sogni, o quando siamo sotto anestesia, ed è ciò che recuperiamo al risveglio, o quando svanisce l'effetto dell'anestesia. Ma cos'è esattamente ciò che perdiamo sotto anestesia, o quando siamo in un sonno profondo senza sogni? Prima di tutto, perdiamo la mente, ovvero un flusso di immagini mentali. Ovviamente consideriamo le immagini come percorsi sensoriali, visivi, come quelli che percepite ora in relazione al podio e a me, o come immagini uditive, che percepite in relazione alle mie parole. Quel flusso di immagini mentali è la mente.

Ma c'è qualcos'altro che tutti stiamo vivendo in questa stanza. Noi non gestiamo passivamente le immagini visive, uditive e tattili. Noi abbiamo un sé. Noi abbiamo un Me, che è automaticamente presente nella nostra mente, proprio ora. Siamo padroni della nostra mente, e percepiamo che ognuno di noi sta vivendo questo fenomeno - non la persona seduta di fianco a voi. Quindi, per avere una mente cosciente, dobbiamo avere un sé dentro la mente cosciente. Una mente cosciente possiede un sé al proprio interno. Il sé introduce nella mente il punto di vista soggettivo, e noi siamo completamente coscienti solo quando riconosciamo il sé. Ciò che dobbiamo sapere per iniziare a studiare questo mistero è, prima di tutto, come è formata la mente all'interno del cervello e, seconda cosa, come è formato il sé.

La prima parte, la prima questione, è relativamente facile - non è facile per niente - ma è stata gradatamente analizzata dalla neuroscienza. Ed è evidente che, per formare una mente, dobbiamo costruire delle mappe neurali. Immaginate una griglia, come quella che vi mostro ora, e ora immaginate, dentro quella griglia, su quel foglio bi-dimensionale, immaginate i neuroni. Immaginatevi anche, un cartellone digitale sul quale trovate elementi che possono essere accesi o spenti. E a seconda di come create lo schema di luci accese o spente, di elementi digitali, in questo caso, di neuroni, sul vostro foglio, avrete tracciato una mappa. Qui si tratta, ovviamente, di una mappa visiva, ma l'idea si applica a ogni tipo di mappa, uditiva, per esempio, rispetto alle frequenze del suono, o alle mappe che disegniamo con la pelle, rispetto a un oggetto che tastiamo.

Ora, per farvi comprendere quanto sia forte il legame tra le griglie di neuroni e la disposizione topografica della loro attività, e la nostra esperienza mentale, vi racconterò una storia molto personale. Se io copro l'occhio sinistro, il mio, non l'occhio di tutti voi; se copro l'occhio sinistro, e guardo la griglia, più o meno quella che sto mostrando a voi, tutto è in ordine, bello, perpendicolare. Ma un po' di tempo fa ho scoperto che se mi copro l'occhio sinistro, quello che vedo è questo. Guardo la griglia e vedo una deformazione sul bordo del mio campo centro-sinistro.

Molto strano. L'ho analizzato per un po'. Ma poco tempo fa, con l'aiuto di una collega oftalmologa, Carmen Puliafito, che ha sviluppato uno scanner laser della retina, ecco cosa ho scoperto. Se scannerizzo la mia retina attraverso il piano orizzontale che vedete nell'angolo, questo è il risultato. Sulla destra, la mia retina è perfettamente simmetrica. Vedete la discesa verso la fovea, dove comincia il nervo ottico. Ma sulla retina sinistra c'è una protuberanza indicata dalla freccia rossa. E corrisponde a una piccola ciste situata al di sotto. E' quella che causa la distorsione della mia immagine visiva.

Pensateci: avete una griglia di neuroni, e ora, un semplice mutamento meccanico nella posizione della griglia causa una distorsione nell'esperienza mentale. Vedete quanto sia legata, la vostra esperienza mentale, all'attività dei neuroni della retina, che costituisce una parte del cervello situtata nell'occhio o, in altre parole, una lamina di corteccia visiva. Quindi dalla retina si passa alla corteccia visiva. Ovviamente il cervello aggiunge moltissime informazioni a quello che accade nei segnali provenienti dalla retina. In quell'immagine, vedete una varietà di isole di ciò che io chiamo zone di formazione delle immagini. Vedete il verde, per esempio, che corrisponde alle informazioni tattili, e il blu che corrisponde a quelle uditive.

Un altro fenomeno che si manifesta è che le zone di formazione delle immagini, dove avviene l'intreccio di tutte queste mappe neurali, possono fornire segnali a questo oceano viola che vedete qui intorno, che è la corteccia associativa, dove si registra quello che si è svolto in quelle isole in cui si creano le immagini. La cosa spettacolare è che, poi, si può procedere con la memoria, partendo da quelle cortecce associative, e riprodurre immagini nelle medesime zone che hanno la percezione. Pensate com'è splendidamente conveniente e pigro il cevello. Fornisce delle zone per la percezione e per la creazione di immagini. E quelle sono esattamente le stesse che verranno utilizzate per creare le immagini quando noi richiamiamo le informazioni.

Finora il mistero della mente cosciente si sta leggermente diradando, perché abbiamo un'idea generale di come formiamo queste immagini. Ma cosa possiamo dire del sé? Il sé è il vero problema inafferrabile. E per molto tempo la gente si rifiutava di affrontarlo perché diceva: "Come puoi avere il punto di riferimento, la stabilità, che è necessaria a mantenere la continuità del sé, un giorno dopo l'altro?" Io ho pensato a una soluzione a questo problema. E' la seguente: noi generiamo mappe del cervello, dell'interno del corpo, e le usiamo come referenti per tutte le altre mappe.

Lasciate che vi spieghi come sono arrivato a questa idea. Ci sono arrivato perché, se dobbiamo avere un referente che identifichiamo come sè -il Me, l'Io, nei nostri processi mentali - dobbiamo avere qualcosa che sia stabile, che non muti molto da un giorno all'altro. Beh, noi abbiamo un corpo solo. Ne abbiamo uno, non due o tre. E quello è l'inizio. Esiste un solo punto di riferimento, il corpo. Poi, ovviamente, il corpo ha molti componenti, le cui parti crescono a ritmi diversi, e ci sono misure diverse per ogni persona. Ma questo non vale per l'interno. Quello che è legato al nostro internal milieu, per esempio, l'intera gestione della chimica interna al nostro corpo, è, in realtà, assolutamente stabile, giorno dopo giorno, per una ragione molto specifica. Se si devia troppo nei parametri vicini alla linea mediana di quei valori che permettono di sopravvivere, ci si ammala o si muore. Abbiamo dunque un sistema interno alla nostra vita stessa che ci assicura un certo tipo di continuità. Io la chiamo l'identità infinita del giorno per giorno. Se non abbiamo questa identità fisiologica, ci ammaliamo o moriamo. Ecco quindi un altro elemento per questa continuità.

L'ultima cosa è l'esistenza di una fortissima associazione tra la regolazione del corpo all'interno del cervello e il corpo stesso. Differisce da ogni altra associazione. Per esempio, io mi faccio un'immagine di voi, ma non c'è un legame fisiologico tra le immagini che ho di voi nel pubblico e il mio cervello. Tuttavia, c'è un legame forte e permanente tra le zone del mio cervello che regolano il mio corpo e il corpo stesso.

Eccone l'immagine. Guardate questa zona. Abbiamo il tronco encefalico in mezzo alla corteccia cerebrale, e il midollo spinale. E' all'interno di questa zona, che adesso metto in risalto, che abbiamo la sede di tutti i meccanismi che regolano le funzioni vitali del corpo. Questo è talmente specifico che se, per esempio, guardate la parte in rosso, nella zona superiore del tronco encefalico, se la danneggiate a causa di un ictus, per esempio, il risultato è il coma o lo stato vegetativo, che è, ovviamente, uno stato in cui la mente scompare, in cui la coscienza scompare. Ciò che effettivamente accade è la perdita delle fondamenta del sé: non si ha più accesso ad alcuna percezione della propria esistenza. Infatti, ci possono essere immagini che si formano nella corteccia cerebrale ma noi non ne abbiamo coscienza. Abbiamo, appunto, perso coscienza, nel momento in cui abbiamo danneggiato la zona rossa del tronco encefalico.

Ma se consideriamo la zona verde del tronco encefalico, niente di simile accade. E' specifica a tal punto. Nella componente verde del tronco encefalico, se avviene un danno, e avviene spesso, si rimane totalmente paralizzati, ma la mente cosciente rimane. Sentite, sapete, avete una piena consapevolezza che potete riferire molto indirettamente. E' una condizione terribile. Meglio non conoscerla. Le persone rimangono imprigionate all'interno del proprio corpo ma mantengono la mente cosciente. Hanno fatto un film molto interessante, uno dei pochi film ben fatti, che parlava di questa situazione, il regista era Julian Schnabel. Il paziente era in questa condizione.

Ora vi mostrerò una fotografia. Prometto di non dire nulla, tranne che intendo spaventarvi. E' solo per dirvi che nella zona rossa del tronco encefalico ci sono, in parole povere, tutti quei quadratini che corrispondono a dei moduli che, in effetti, formano le mappe cerebrali dei diversi aspetti del nostro interno, dei diversi aspetti del nostro corpo. Sono magnificamente topografici e magnificamente interconnessi in un motivo ricorrente. E' a partire da questo motivo e dalla stretta associazione tra il tronco encefalico e il corpo che io ritengo - potrei sbagliarmi ma non credo - che noi generiamo la mappatura del corpo che fornisce le basi del sé e si manifesta sotto forma di percezioni - percezioni primordiali, ad ogni modo.

Cos'è, allora, l'immagine che otteniamo? Guardiamo "corteccia cerebrale", "tronco encefalico" e "corpo", e otteniamo l'interconnessione nella quale il tronco encefalico fornisce le basi del sé in un fortissimo legame con il corpo. E abbiamo la corteccia cerebrale che fornisce a quel grande scenario della nostra mente quella profusione di immagini che costituiscono il contenuto della nostra mente e alle quali di solito prestiamo grande attenzione, come è giusto fare, perché si tratta proprio della pellicola che gira nella nostra mente. Ma guardate le frecce. Non sono decorative. Stanno a indicare questa strettissima interazione. Non possiamo avere una mente cosciente se non esiste interazione tra la corteccia cerebrale e il tronco encefalico. Non possiamo avere una mente cosciente se non esiste interazione tra il tronco encefalico e il corpo.

Un altro aspetto interessante è che il nostro tronco encefalico lo condividiamo con molte altre specie. Nei vertebrati, la configurazione del tronco encefalico è simile alla nostra, ed è una delle ragioni per cui ritengo che quelle specie abbiano una mente cosciente proprio come noi. Solo che la loro non è ricca come la nostra perché non hanno una corteccia cerebrale come la nostra. Ecco dove si trova la differenza. Io sono fortemente contrario all'idea che la coscienza sia da considerare come il prodotto della corteccia cerebrale. Solo il benessere della mente lo è, non il fatto specifico che abbiamo un sé che possiamo riferire alla nostra esistenza, e che abbiamo la percezione della persona.

Ci sono tre livelli di sé da considerare : il proto livello, quello centrale e l'autobiografico. I primi due li condividiamo con moltissime altre specie, e hanno origine in gran parte nel tronco encefalico e nella corteccia cerebrale che posseggono. E' il sé autobiografico che alcune specie posseggono, io credo. I cetacei e i primati hanno anche un sé autobiografico di un certo livello. Il cane, che tutti abbiamo in casa, ha un sé autobiografico di un certo livello. Ma qui sta la novità:

il sé autobiografico si forma sulla base di ricordi passati e di ricordi di progetti che abbiamo fatto. E' il passato vissuto e il futuro che attendiamo. Il sé autobiografico ha sollecitato memoria a lungo termine, ragionamento, immaginazione, creatività e linguaggio. Da qui si sono originati gli strumenti della cultura - religione, giustizia, commercio, arti, scienza, tecnologia. Ed è all'interno di quella cultura che possiamo veramente ottenere -ecco la novità- qualcosa che non pertiene totalmente alla nostra biologia, ma si sviluppa tra le culture, si sviluppa tra i collettivi di esseri umani. E questa è la cultura al cui interno abbiamo sviluppato quel che mi piace definire regolazione socio-culturale.

In conclusione, potreste chiedere, giustamente: "E allora?" Perché dovrebbe interessarci se è il tronco, o la corteccia, e come è formato? Tre ragioni. Primo: la curiosità. I primati sono estremamente curiosi, e gli umani più di tutti gli altri. Se, per esempio, ci interessa il fatto che l'anti-gravità allontani le galassie dalla Terra, perché non dovrebbe interessarci quel che accade all'interno degli esseri umani?

Secondo: comprendere società e cultura. Dovremmo osservare come società e cultura in questa regolazione socio-culturale siano in costante sviluppo. E infine, la medicina. Non dimentichiamo che alcuni dei peggiori mali che affliggono l'umanità sono la depressione, l'Alzheimer e la dipendenza dalle droghe. Pensate a come un ictus vi può devastare la mente o rendervi privi di coscienza. Non esiste possibilità di trattare efficacemente questi mali e in un modo non casuale, se non se ne conosce il funzionamento. Si tratta di un'ottima ragione, al di là della curiosità, per giustificare quel che facciamo, e il nostro interesse in ciò che accade nel nostro cervello.

Grazie per l'attenzione.

(Applausi)

Trovi tutti i link ai post "TED Talks" già pubblicati qui sotto :

Elizabeth Gilbert sul genio

Il Cervello in tempo reale: C.deCharms

Al Gore sulle recenti modificazioni climatiche

Matthieu Ricard e l'abitudine alla felicità

Hans Rosling: I dati cambiano la Mentalità

Rebecca Saxe: Come si forma il giudizio morale

Jill Bolte Taylor: Racconto di un Ictus in diretta

Pranav Mistry: Nuove Tecnologie Sesto-Senso

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10° Hans Rosling: Ascesa Asiatica come e quando

11° Rob Hopkins: Verso un Mondo senza Petrolio

12° Jamie Oliver: Educazione al Cibo per i Bambini

13° Bertrand Piccard: Avventura a Energia Solare

14° Dan Barber: Mi sono innamorato di un pesce

15° Aimee Mullins: L'opportunità delle avversità

16° Dan Buettner: Come vivere fino a 100 anni

17° Eric Topol: Il futuro senza fili della Medicina

18° James Randi demolisce le Frodi Paranormali

19° Richard Sears: Pianificare la fine del petrolio

20° Si può "affamare" il cancro con la dieta ?

21° Helen Fisher: Perché amiamo e tradiamo

22° Tan Le: Cuffia per leggere le onde cerebrali

23° J.Assange: Il mondo ha bisogno di Wikileaks

24° Hans Rosling: Cresce la popolazione globale

25° Derek Sivers: Tenetevi per voi i vostri obiettivi

26° C. Anderson: I Video stimolano l'Innovazione

27° Stefano Mancuso: L'intelligenza delle piante

28° Steven Johnson: Da dove provengono le Idee

29° Brian Skerry: Splendore e Orrore degli Oceani

30° Kristina Gjerde: Leggi Acque Internazionali

31° Marcel Dicke: Mangiare insetti: perché no ?

32° Amber Case: Siamo diventati tutti dei Cyborg

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35° Patricia Kuhl: il Genio linguistico dei Bambini

36° Hans Rosling: Lavatrice magica e rivoluzione

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42° Hong: Automobili per conducenti non vedenti

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